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Ascoli Picchio, cosa è successo?

Cosa e' successo ?

1 Giugno 2017, l'Ascoli Picchio annuncia in pompa magna Enzino Maresca come nuovo allenatore di una squadra che solo qualche settimana prima, era uscita con le ossa rotte da una salvezza acciuffata per miracolo.

Fra lo stupore generale di una piazza, che mastica grande calcio da oltre cinquant'anni, si levarono subito posizioni intransigenti di assoluta fiducia nell'operato societario da parte di più di qualche tifoso e di molti giornalisti locali.

Eppure ci fu chi si azzardo' a chiedere se si fosse su "scherzi a parte" alla fine del mercato, il 31 agosto, dopo la chiusura disastrosa della lunga telenovela degli " epurati" bianconeri e la sequela di acquisti " a luci rosse" che avevano costellato l'estate di Giaretta.

In questa situazione grottesca furono sottoscritti oltre 3.000 abbonamenti, in un clima tutt'altro che ostile, sia da parte della tifoseria organizzata che della piazza in generale ed assicurate sempre trasferte di massa e gran tifo sugli spalti.

Ma bisogna ammettere che se qualcuno avesse chiesto ad un semplice tifoso di prevedere che posizione di classifica avrebbe avuto l'Ascoli ai primi di Marzo, a 13 gare dal termine, in pochi credo avrebbero previsto una salvezza tranquilla .

Che cosa ha permesso allora questa lenta inesorabile onda negativa che ha avvolto l'Ascoli Picchio fin dalla prima giornata trascinandolo sempre più in basso?

Un po tutte le componenti forse ora devono recitare un mea culpa.

Essere disfattisti e' un conto, ma avallare una gestione presuntuosa e neofita, costellata di favori fatti ad altre società ed operazioni pluriennali molto discutibili, e' tutt'altro.

Se tutto ciò ora è palese a tutti, che cosa è successo davvero ad inizio anno e nei mesi a venire?

Come mai una piazza così affamata di calcio e tanto competente, ha permesso silente, che tutto questo venisse consumato senza batter ciglio?

E' Vero, a chi si permetteva di far notare una gestione tecnica deludente affidata ad un ex osservatore che per la prima volta gestiva il mercato di una società di b, veniva infatti obiettato di aspettare e dar fiducia ad un progetto pluriennale che avrebbe permesso un futuro certo nel calcio che conta.

Ecco forse questo è proprio l'equivoco maggiore in cui è incorsa la piazza Ascolana, reduce da un atroce fallimento e da una solo apparente rinascita societaria mai davvero sentita vicina alle passioni del suo popolo.

Il sentirsi immuni da ogni difetto, guardando avanti con insensata fiducia, nonostante schiaffi a ripetizione.

L'osservare silenti annunci e proclami sempre differenti, zeppi di contraddizioni e marchiati da un unico comune denominatore, chiamato confusione.

La gestione tecnica e' affidata al momento al solo allenatore che avvolto dalla confusione generale, non ha più nessuno al suo fianco.

In sala stampa, in panchina, in campo durante gli allenamenti, non si nota più nessun dirigente da tempo ad affiancare un gruppo di ragazzi frastornati .

Chi dovrebbe trasmettere senso di appartenenza e sicurezza?

Chi dare coesione per trovare quel motivo in più per credere nella salvezza?

Nel calcio certe situazioni contano molto .

E' per questo che le preoccupazioni lasciano spazio ormai alla paura di non fare più in tempo a fermare questa inesorabile decadenza.

Eppure qualcosa si dovrà provare, la serie cadetta e' troppo importante per questa città da farla scivolare via piano piano nell'accidia generale .

E' passato da tempo il momento di affrontare la situazione .

Dov'è la società ? Dove sono i dirigenti e dove la proprietà ?

Dal 6 febbraio 2014 e' passato molto tempo.

Se davvero nessuno ha capito il rischio che si sta correndo, chissà cosa resterà scritto nella storia di questo nuovo brillante e moderno Ascoli Picchio?


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